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Device hackerabili
Quanto si pensa a dispositivi che possono essere hackerati, il pensiero corre subito a computer, tablet, smartphone, server e in generale device direttamente collegati al mondo tecnologico.
Internet
Si tratta tuttavia di un errore, perché qualsiasi dispositivo collegato ad internet (e non solo) può essere hackerato. Anche delle tipologie più impensabili, come ad esempio i distributori di sigarette.
Il caso
Nella notte fra il 25 e il 26 marzo si è infatti registrato un attacco a diversi distributori di sigarette italiani, fortunatamente senza grosse conseguenze a parte la vendita di sigarette a 10 centesimi e la comparsa di immagini e messaggi programmati dagli hacker.
Problemi di server?
I distributori in questione facevano tutti riferimento alla stessa azienda di distribuzione, ragion per cui inizialmente si è pensato ad un attacco ai server centrali della suddetta azienda.
Mancate protezioni
La stessa azienda ha in seguito smentito che vi sia stato un attacco ai loro server centrali, sostenendo che i malintenzionati si siano collegati direttamente alle singole macchine attraverso le reti delle tabaccherie.
Dati reperibili
In effetti, come fa notare il giornalista Paolo Attivissimo (http://disinformatico.info), i dati dei distributori in questione sono accessibili nel motore di ricerca Shodan (specializzato nell’Internet Of Things) semplicemente conoscendo il nome dell’azienda. Addirittura, conoscendo l’apposita stringa di testo, gli IP pubblici risultano reperibili su Google.
Come fare?
Si tratta quindi di una forma di “hacking” molto banale, alla portata di chiunque abbia un minimo di conoscenze informatiche. In tal caso, la soluzione sarebbe stata altrettanto banale: dotare i distributori di una semplice VPN. Spesso soluzioni a problemi apparentemente complessi sono sorprendentemente semplici, e affidandosi ad esperti in materia potrebbero essere risolte in pochi minuti.
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