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“Lockdown files”
“Lockdown files” è il nome giornalisticamente assegnato a uno scandalo che ha investito l’ex ministro della Salute britannico Matt Hancock, originato dalla pubblicazione di alcuni suoi messaggi WhatsApp fra il 2020 e il 2021 sul quotidiano The Telegraph.
La domanda
Al di là degli aspetti politici e giornalistici della vicenda, com’è possibile che i messaggi privati di Hancock siano stati pubblicati?
Crittografia end-to-end
WhatsApp è infatti protetto dalla crittografia end-to-end (come peraltro viene notificato all’inizio di ogni conversazione), ovvero i contenuti di ogni conversazione vengono criptati per chiunque non sia mittente e destinatario, rendendoli fisicamente non disponibile perfino alla stessa Meta.
Data breach?
Com’è quindi stato possibile che i messaggi dell’ex ministro venissero messi a disposizione della stampa? Per quanto possa sembrare sospetto, non si è trattato di un data breach, né di una tecnica di hacking, né di qualsiasi comportamento “scorretto” o negligente attribuibile a Meta.
La soluzione
Infatti è stato lo stesso Hancock ad affidare le sue conversazioni a una giornalista, con lo scopo di realizzare una biografia a proposito del periodo pandemico. E’ stata la stessa giornalista a condividere i dati con il Telegraph, violando l’accordo di riservatezza siglato con l’ex ministro.
Il fattore umano
Questa vicenda ci ricorda quindi che non sempre le fughe di dati hanno cause “tecnologiche” o comunque legate al mezzo con cui vengono trasmessi. In questo caso la crittografia end-to-end ha effettivamente garantito che le conversazioni fossero condivise solo da mittente e destinatario, ma è stato lo stesso mittente ad affidarle a una persona che le ha divulgate.
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