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L’ufficialità.
Dopo le indiscrezioni che ormai si susseguivano da un paio di mesi, Windows 11 è stato ufficialmente annunciato da Microsoft nel corso dell’evento “What’s next for Windows?” del 24 giugno. Si tratta, come intuibile, del sistema operativo destinato a sostituire Windows 10.
Download gratuito.
Riguardo alla sua disponibilità, Microsoft conferma la strategia già sperimentata con Windows 10: il nuovo sistema operativo sarà infatti (almeno inizialmente) disponibile come aggiornamento gratuito (e facoltativo) a partire da novembre, per i possessori di Windows 10. Ai tempi dell’uscita di quest’ultimo, l’aggiornamento era fornito gratuitamente per i possessori di Windows 7 e 8. In seguito arriveranno le licenze acquistabili a parte e la commercializzazione di computer con Windows 11 preinstallato.
I requisiti.
Tecnicamente, i requisiti minimi consigliati per Windows 11 includono un processore a 64 bit con 1 GHz di velocità e almeno 2 core, una RAM da 4GB e 64GB di spazio minimo.
Priorità alla velocità.
Una prima novità riguarda gli aggiornamenti, uno dei talloni d’Achille di Windows per l’utenza domestica. Questi saranno velocizzati del 40% e soprattutto saranno scaricati in background senza bloccare in alcun modo l’utente finale durante il download.
Sistema integrato.
Microsoft, in completa controtendenza rispetto ai tempi di Windows Phone, conta a costruire un sistema integrato con altre realtà. In questo senso, Windows 11 permetterà di eseguire nativamente diverse app Android grazie alla “mediazione” di Amazon, che metterà a disposizione il proprio store di App. Il tutto senza rinunciare a Windows Store, anzi potenziandolo e confermando l’integrazione con Xbox (e il suo Game Pass).
Grafica e layout.
In questa direzione punta anche un deciso investimento nel multitasking, puntando sulla possibilità di “dividere lo schermo” in più aree di lavoro (e salvare la propria preferenza in modo che sia replicata in più dispositivi Windows). Inoltre, la nuova veste grafica sposta al centro l’iconico tasto Start (ma per i più tradizionalisti sarà possibile riportarlo a sinistra), migliorando e velocizzando le funzioni di ricerca.
Da Skype a Teams.
Altra novità sostanziale è Skype non più incluso fra i programmi predefiniti. La volontà di Microsoft è quella di spingere Microsoft Teams, seppur gradualmente: non si replicherà quindi il brusco passaggio fra MSN Messenger e Skype di qualche generazione fa, Skype seppur non più preinstallato resterà scaricabile, aggiornato e supportato.
E Windows 10?
Lo stesso si può dire di Windows 10, che resterà comunque aggiornato e supportato almeno fino al 2025.
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